Sostituire in sicurezza un filtro in un impianto CO2 transcritico
Semplice ma occorre fare attenzione
21 agosto 2025
La gestione della sicurezza negli impianti a CO₂ transcritica rappresenta una sfida particolarmente rilevante, soprattutto considerando le pressioni operative molto elevate tipiche di questi sistemi. Il rispetto della direttiva PED 2014/68/UE sulle attrezzature in pressione, del D.Lgs. 81/2008 e della norma EN 378-2 relativa ai test di resistenza e tenuta, assume un ruolo fondamentale nella prevenzione dei rischi per chi opera sugli impianti.
In particolare, la procedura di sostituzione dei filtri in un impianto a CO₂ transcritica richiede un’attenzione rigorosa a ogni fase dell’intervento. Prima di procedere, è essenziale isolare la sezione dell’impianto interessata, abbassando la pressione residua del circuito e, se possibile, portando il sistema in condizioni di sicurezza tramite scarico controllato della CO₂. In questa fase, è fondamentale evacuare completamente la sezione di tubazione che contiene il filtro: la mancata evacuazione può causare la formazione di ghiaccio secco (CO₂ solida) quando la pressione cala e la CO₂ liquida passa rapidamente allo stato solido. Il ghiaccio secco può ostruire la tubazione, danneggiare componenti e, soprattutto, rappresentare un rischio per la sicurezza di chi interviene a causa di un’eventuale espansione improvvisa al ritorno a temperatura ambiente.
Per questo motivo, si raccomanda sempre di attendere che la sezione sia perfettamente depressurizzata e priva di CO₂ residua, prima di smontare il filtro. Si dovrà quindi compilare un rapporto di intervento dettagliato, riportando data, nominativi degli operatori, tipologia di filtro sostituito e la pressione di esercizio rilevata prima e dopo l’operazione.
Durante la sostituzione del filtro, tutti i dispositivi di protezione individuale (DPI) devono essere indossati: occhiali, guanti resistenti alle basse temperature e, se necessario, maschere per proteggersi da eventuali fuoriuscite di anidride carbonica. La CO₂, infatti, può causare ustioni da freddo e, in concentrazioni elevate, rischi di asfissia. È indispensabile garantire una ventilazione adeguata dell’ambiente e la presenza di rilevatori di gas, segnalando visivamente eventuali accumuli pericolosi.
A intervento concluso, è obbligatorio effettuare una prova di resistenza e tenuta secondo la norma EN 378-2, assicurandosi che non vi siano perdite prima di ripristinare la normale operatività. Tutti i certificati PED dei componenti sostituiti devono essere archiviati, e il fascicolo tecnico dell’impianto aggiornato con i riferimenti all’attività svolta, incluse eventuali anomalie o criticità riscontrate.
L’approvazione della procedura spetta al tecnico manutentore CO₂, con la successiva verifica e validazione da parte del RSPP o del responsabile impianti. La data e la firma della revisione formalizzano la corretta esecuzione dell’intervento nel rispetto delle normative e delle migliori pratiche di sicurezza applicabili agli impianti a CO₂ ad alta pressione.
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La Redazione