I pericoli derivanti dall'uso dei refrigeranti. Dagli HFC, al propano, all'anidride carbonica...
Ogni refrigerante richiede alcune valutazioni di rischio specifiche che derivano dal loro uso negli impianti
24 marzo 2025
La maggior parte dei documenti di valutazione del rischio DVR del nostro settore non contiene l'analisi per le peculiari caratteristiche dei refrigeranti nella loro fase di vita, ma solo per il loro stoccaggio e (qualche volta) trasporto. L'analisi del rischio dovrebbe comprendere tutte le operazioni che i nostri tecnici effettuano o possono effettuare sulle apparecchiature frigorifere.
Ma quali sono e dove si trovano la caretteristiche dei refrigeranti a cui dobbiamo far riferimento in questa analisi (per le nostre imprese e per i Clienti)?
Lo standard tecnico è la EN 378 parte 1, che elenca - all'allegato II - i refrigeranti e le suddette caratteristiche, includendo quelle variabili di cui tenere conto in relazione ai loro possibili effetti sulla salute.
- PL (Limite Pratico): si tratta della concentrazione (kg/m3) oltre la quale si manifestano i fenomeni di asfissia;
- LFL (Limite Inferiore di Infiammabilità): è la concentrazione oltre la quale si genera una atmosfera esplosiva;
- ODL (Limite inferiore di Tossicità): è il limite di concentrazione per manifestare fenomeni di tossicità acuta.
Quali sono le prime e principali conclusioni che sipossono trarre da tali valori, a seconda del refrigerante usato?
ASFISSIA
Il pericolo dell'asfissia fa riferimento alla concentrazione del refrigerante nello spazio dove questo può essere disperso. Proviamo ad elencare i luoghji in relazione al loro utilizzo.
LUOGHI DELL'IMPRESA
I "luoghi" a cui si deve fare riferimento e per i quali occorre esperire una adeguata valutazione del rischio, sono il magazzino e i veicoli (furgoni) per il trasporto. In relazione a questo si deve predisporre adeguata analisi dei rischi,
LUOGHI D'UTILIZZO
- Refrigerazione: sala macchine, celle frigorifere, spazio commerciale, magazzini.
- Climatizzazione: sala macchine, stanze occupate continuativamente o saltuariamente.
PREVENZIONE
In tutti i casi, l'asfissia si combatte ventilando adeguatamente, in modo da mantenere il PL al di sotto del valore di soglia, ovvero monitorando continuamente lo spazio con adeguati rilevatori di perdite.
La EN 378-1 ci offre l'indicazione di alcune misure possibili, così classificabili:
- Ventilazione
- Sensori con Allarmi (acustici e visivi)
- Valvole di intercettazione
In relazione alla loro adozione, ci consente l'utilizzo di una maggiore quantità di refriegrante in quello spazio.
INFIAMMABILITA'
Con i nuovi refrigeranti, quali il propano, R290, e l'iso-butano (R600a) si sono (re)introdotti sul mercato refrigeranti con caratteristiche di elevata infiammabilità. Erano già presenti refrigeranti quali R32 (nella climatizzazione) ed R-1234yf (nelle auto) con caratteristiche di moderata infiammabilità, ma, ai fini della sigurezza, sono tutti classificati come Gruppo 1, pericolosi (per il regolamento CLP ovvero per la PED) e infiammabili a prescindere.
Proviamo, anche qui, a classificarli in relazione al loro utilizzo.
LUOGHI DELL'IMPRESA
Anche in questo caso il magazzino ed i furgoni sono i luoghi da considerare per la tutela della sicurezza e della salute, dove, nell'ambito della valutazione dei rischi occorre fare particolare attenzione non solo alla loro presenza in ambiente, ma anche al fatto che - a causa della presenza di sorgenti di innesco - possono incendiarsi o esplodere.
LUOGHI DI UTILIZZO
A seconda della carica complessiva, della tipologia (A3, altamente infiammabili o A2L, moderatamente infiammabili) e dell'applicazione (ambiti civili o industriali/professionalI), può capitare di dover effettuare con molta cura l'analisi dei rischi, per decidere se questa dovrà portare ad una verifica con il responsabile della sicurezza antinendio (nel caso di una impresa o, a certe condizioni, di un condominio).
La verifica preliminare ci dovrà consentire di comprendere come comportarci.
- Refrigerazione: si tratta di una applicazione che si trova tipicamente in ambiti controllati di lavoro, per cui di nuovo gli spazi di cui occuparsi, in prima battuta, sono la sala macchine, celle frigorifere, spazio commerciale, magazzini. Ma siccome in qualche caso l'attività sarà stata soggetta ad autorizzazione antincendio (CPI), ci si dovrà confrontare con chi ne è responsabile.
- Climatizzazione: è un ambito che è ben circostanziato dalle dimensioni strutturali e da quelle della numerosità degli appartamenti di un edificio. Anche in questo caso, in presenza di un condominio, ad esempio, la verifica della CPI con il responsabile legale (l'amministratore) e quello incaricato per l'antincendio sarà una necessità al fine di comprendere i rischi apportati in sala macchine, stanze occupate continuativamente o saltuariamente.
PREVENZIONE
Anche l'infiammabilità viene prevenuta adottando soluzioni simili all'asfissia, ovvero ventilando adeguatamente (cioè incrementando il comburente per non costituire una miscela infiammabile), in modo da mantenere il LFL al di sotto del valore di soglia, ed ancora monitorando continuamente lo spazio con adeguati rilevatori di perdite.
Anche le valvole di intercettazione hanno un loro ruolo nella successiva mitigazione.
Sempre la EN 378-1 ci fornisce indicazioni per verificare se esistono le condizioni per arrivare ad una certa carica (massima) relativamente in assenza di rischio.
Abbiamo indicato col termine "relativamente" una condizione che, invero, deve essere verificata in modo puntuale. Si tratta della "stratificazione".
Tutti i refrigeranti sono più pesanti dell'aria e non si distribuiscono omogeneamente nello spazio, ma tendono ad accumularsi partendo dal basso. Ecco quindi che diventa fondamentale una attenta valutazione anche di quello spazio che la media (carica totale/volume dello spazio) darebbe come spazio sicuro. Infatti, se sono presenti spine, ciabatte o interrutori non protetti a 20 cm da terra, quello spazio può risultare indisponibile ad una installazione con infiammabili sebbene qualificato da un punto di vista squisitamente matematico!
L'ammoniaca, che ricomprende limitazioni per la tossicità e l'infiammabilità. avrà una trattazione separata.
RISCHIO ESPLOSIONE
Tutti i refrigeranti vengono stoccati in bombole a varie pressioni, e, trattandosi di molecole o miscele stabili, gli incidenti per esplosione che possono capitare sono quelli dovuti alla rottura dei componenti quali la valvole a seguito di cadute, movimentazione incauta o per vecchiaia e mancata manutenzione/controlli.
Di questo occorre tenere conto, e, il pericolo, cresce al crescere della pressione.
Per una bombola di R134, la pressione sarà dell'ordine dei 7 bar, per l'R290 di circa 10 bar, ma per la CO2 siamo sui 70 bar almeno.
E gli incidenti capitano. L'effetto dell'esplosione di una bombola di CO2 è particolarmente impattante per l'elevata pressione che trasforma la bombola in un missile (vedi foto con il foro sul tetto).
Vediamone qualche dettaglio.
Le bombole dei gas commerciali sono contenitori in acciaio senza saldatura per lo stoccaggio di gas liquefatti ad alta pressione e vari standard definiti per una progettazione adeguata, processo di fabbricazione, controllo qualità, trasporto.
Un altro esempio di bombola di CO2 che è esplosa lo troviamo in India. In un pomeriggio estivo mentre era tenuta in posizione verticale in un'area di stoccaggio aperta in un campo, la bombola è esplosa nel moento più caldo della giornata, con la temperatura di circa 48-54 °C.
Ogni bombola ha una valvola in cima e un tappo in acciaio è avvitato sulla valvola per proteggerla da eventuali danni. Ogni valvola ha un dispositivo di sicurezza progettato per rilasciare la pressione se la pressione della bombola diventa troppo alta. Le valvole montate sulle bombole di CO2 devono essere dotate nel corpo di un rilascio di sicurezza costituito da un disco di rame ammorbidito disposto in modo da scoppiare a una pressione compresa tra 200 e 220 bar.
Alle temperature su indicate (54°C ovvero 133 bar), la bombola del gas è esplosa e i pezzi si sono sparsi fino a decine di metri di distanza.
Per questo specifico rischio, occorre considerare quanto segue:
- Le bombole non devono essere esposto alla luce solare diretta e deve essere conservato sotto un tetto ben ventilato e la temperatura di stoccaggio deve essere inferiore a 45 °C.
- Il fornitore deve garantire la qualità appropriata, che, per la costruzione di bombole, deve essere accertata tramite i controlli non distruttivi.
- La manutenzione periodica del cilindro deve essere eseguita controllando la superficie del cilindro tramite ispezione visiva e tecniche CND.
ANALISI DEL RISCHIO
Ricordiamoci che, per l'analisi del rischio, in generale, una sequenza logica e sistematica per la gestione dei rischi può seguire questo ordine:
Prevenzione:
- Questa è la fase iniziale e più importante. Si concentra sull'evitare che il rischio si materializzi attraverso misure proattive come la formazione, la manutenzione preventiva, l'adozione di procedure di sicurezza e la scelta di attrezzature idonee.
Mitigazione:
- Entrata in gioco quando il rischio non può essere completamente eliminato. Si tratta di ridurre al minimo gli effetti o la probabilità di accadimento del rischio attraverso l'adozione di controlli, sistemi di monitoraggio e misure che limitano i danni.
Protezione:
- Ultima linea di difesa. Coinvolge l'uso di strumenti e misure per proteggere le persone e le attrezzature nel caso in cui il rischio si verifichi. Include l'uso di dispositivi di protezione individuale (DPI), barriere fisiche, piani di emergenza e interventi rapidi.
CSIM segue con particolare attenzione l'evoluzione tecnica e normativa del settore, ed è in grado di verificare e contribuire ad ogni DVR per renderlo legalmente robusto ai fini di un'adeguata limitazione di responsabilità del Datore di Lavoro e informazione per i lavoratori.
La Redazione