Nuova Certificazione FGAS delle persone. Un Regolamento "illegale"?
Le certificazioni FGAS trasformate in un guazzabuglio di programmi parzialmente utili ma senza valore legale
10 settembre 2024
La Commissione UE, senza ascoltare minimamente i suggerimenti di TUTTE le associazioni del settore, nazionali ed internazionali (tra cui ASERCOM, EPEE, AREA, EHPA tra le altre) ha emanato un regolamento per la certificazione delle persone ed imprese che crea un unicuum di potenziale illegalità e conflitto con tutta la legislazione di sicurezza e di politiche del lavoro nei Paesi membri.
Per sostenere (!) l'introduzione dei refrigeranti alternativi, il Regolamento 2024/2215 si è esteso a normare quel che non gli compete, cioè i refrigeranti che non sono FGAS. Ricordiamo che il Regolamento FGAS è un regolamento ambientale!
La prima questione problematica è l'accorpamento della certificazione FGas (pertinente con l'intento ambientale del Regolamento FGAS che intende limitare l'uso dei fluorurati) con una sorta di abilitazione per gli idrocarburi, in particolare il propano, il più diffuso. Il regolamento ha poi creato delle "abilitazioni" specifiche per CO2 e ammoniaca che non rappresentano legalmente nulla di più che un programma di informazione generico senza alcun valore legale per ciò che concerne la sicurezza e la tutela delle imprese e dei datori di lavoro.
Una "abilitazione ambientale" non potrà superare l'obbligo e la necessità del Datore di Lavoro di dotarsi di un sistema di prevenzione e protezione, costituito dal complesso delle norme di cui al D.Lgs 81/08, che include tra l'altro la formazione certificata ai sensi degli accordi Stato Regioni tra le parti sociali, che, nel nostro caso, richiedono un approfondimento sui temi della gestione dell'antincendio, dei pericoli da apparecchiature a pressione, etc.
Torneremo sul tema, perchè le discussioni al Ministero dell'Ambiente (anzi ai Ministeri, perchè, stante le tematiche si dovrà interloquire anche con il Ministero dell'Interno, del Lavoro e e con quello delle Imprese e del Made in Italy), che dovrà emanare un deccreto attuativo - il nuovo DPR 146/2018 - saranno difficili e con tempi abbastanza ristretti (la UE chiede max un anno).
Nell'immagine di apertura le 6 categorie della certificazione di cui al Reg. 2025/2215.
CSIM seguirà da vicinissimo tutto lo sviluppo della norma nell'interesse dei Clienti e per il mercato.
La Redazione