Economia circolare. ACQUISTO DA PRIVATO DI UNO SPLIT. Come risolvere la situazione legalmente
Esiste uno strumento fiscalmente robusto per ritirare usato e gestire i componenti
16 luglio 2024
Durante la “stagione” può capitare di dover ritirare una apparecchiatura split ad un cliente privato (mono o multi), ma questo continua a creare un sacco di grattacapi agli installatori sulle modalità per farlo senza incorrere in problemi: posso ritirarlo e recuperare i componenti ("cannibalizzazione")? Devo per forza ritirarlo come rifiuto (RAEE)? Che documenti devo produrre?
Terminati gli sgravi fiscali, che consentivano il ritiro del vecchio split come RAEE (o comunque attivarsi per il servizio di ritiro 1 contro 1) per poter riconoscere la detrazione di imposta (ed eventuale sconto in fattura) potremmo non essere interessati a ritirare un rifiuto, perché si tratta di una apparecchiatura funzionante da rimettere in circolazione ricondizionata oppure perché si intende disporre dei componenti da utilizzare come ricambi in modo legale.
Sono tutte attività molto interessanti nei termini dell'economia circolare, un modo per allungare la vita dei prodotti ed evitare la produzione di rifiuti.
Ricordiamo che gli installatori o i centri di assistenza tecnica non iscritti alla CCIAA per attività di vendita non sono obbligati al ritiro gratuito dell’apparecchiatura usata. Per gli installatori o i centri di assistenza tecnica iscritti alla CCIAA che svolgono anche attività di vendita si applica la stessa disciplina dei distributori/venditori.
Non ritiriamo un rifiuto, compriamo un usato (a basso prezzo)
Qualunque sia l’attività che se ne vuole fare per continuare ad utilizzarlo come macchina o per i suoi componenti (refrigerante incluso), occorre che tale apparecchiatura non venga trasformato in rifiuto!
Se invece diventa rifiuto (cioè il cliente se ne è voluto disfare) si incorre in tutte le problematiche di gestione associate, a partire dall’Albo dei Gestori Ambientali, il deposito temporaneo, la realizzazione di tutta la documentazione e rendicontazione per i rifiuti, etc.
Ecco perché, nel primo caso, consigliamo caldamente di procedere a definire l’acquisto dello split usato da quel privato. Tale operazione si può certamente fare ed è fiscalmente compatibile con chiunque di noi come consumatori, a patto che si tratti di una attività da reddito occasionale.
La dichiarazione di vendita
La cosa importante è che l'acquisto sia certo e dimostrabile e, proprio nel caso dell'acquisto da un soggetto privato, la fattura sarà sostituita dalla Dichiarazione di Vendita che è a tutti gli effetti equipollente, e dovrà riportare:
• i dati del cedente;
• i dati dell’acquirente;
• la descrizione del bene venduto;
• l’importo percepito;
• l’indicazione che trattasi di “corrispettivo relativo alla cessione di beni compiuta quale attività commerciale occasionale di cui all’art. 67 lett. i) del D.P.R. n. 917/1986”
• la data e firma del cedente che rilascia la ricevuta.
Se l’importo della ricevuta è maggiore o uguale ad euro 77,47 è necessario apporre all’originale del documento una marca da bollo da 2 euro e andrà annullata con un semplice colpo di penna.
Nella descrizione dovrà essere espressamente indicato che si tratta di:“apparecchiatura per la climatizzazione modello XXXX, funzionante, formata da una unità motocondensante esterna e una o più unità evaporanti interne marca VVVVV e n.ro matricola CCCCC”.
Nelle note è bene anche indicare che: “l’azienda o P.Iva acquirente è detentrice del Certificato F-Gas aziendale n. XXXXX, la macchina in descrizione è stata smontata dal sig. Pippo dotato di Certificato Personale n. ZZZZ. La macchina è stata ritirata:
A) dopo aver provveduto a recuperare il refrigerante in bombole adeguate con recuperatore
B) dopo aver recuperato il refrigerante all’interno della macchina stessa”.
Un Modello della Dichiarazione di Vendita è disponibile nell’AREA RISERVATA del portale CSIM.
Il recupero in bombole del refrigerante è raccomandato che avvenga con attrezzature certificate e secondo le procedure della Regola dell’Arte (EN 378-4).
Nel caso di recupero del refrigerante nell’unità esterna, è raccomandabile usare il metodo denominato di “Pump Down”.
La vendita come attività occasionale
Per essere considerata occasionale l’attività deve essere effettuata in modo accidentale, sporadico, non deve essere svolta con continuità nel tempo e non è essenziale l’ importo che si va a percepire (che tuttavia può essere considerato un elemento per qualificare un’attività).
Nell’ipotesi infatti in cui un’attività si configurasse come abituale, il reddito conseguito rientrerebbe nella categoria dei redditi d’impresa, con obbligo di apertura della partita iva. Inoltre per il privato, una vendita occasionale da parte di un soggetto privato e come tale trattata e quindi esente da qualsiasi tassa.
Nel caso che l’acquirente sia un’Azienda, non vi è alcuna legge ne disposizione che vieta l'acquisto di beni che andranno a far parte del compendio aziendale se questi sono acquistati da un soggetto non in grado di emettere una fattura, purché l'acquisto sia – come detto - provato e certo, e, a tal proposito, si dovranno seguire le regole e le leggi in vigore sulla limitazione all'uso del contante, quindi in caso il valore d'acquisto superi l'importo stabilito come limitativo (attualmente € 4.999,99 – Legge di Bilancio 2023) è bene che il pagamento avvenga attraverso un mezzo tracciabile come ad esempio un assegno o un bonifico bancario.
L'IVA non è applicata, quindi non verrà portata in detrazione semplicemente perché non la si è pagata, o meglio è già stata pagata dal soggetto privato che aveva acquistato il bene e quindi il suo fine ultimo di tassa che colpisce il consumatore finale è già stato raggiunto.
Gli acquisti effettuati (in questo caso di un bene usato) si potranno detrarre/dedurre dagli acquisti effettuati e metterli in ammortamento come qualsiasi altro bene, ovviamente dovrà seguire le leggi e i regolamenti vigenti.
La fattura elettronica ad un privato
I privati senza partita IVA non hanno alcun obbligo di dotarsi di PEC, oppure di codice destinatario, anche se devono ricevere una fattura elettronica. Resta il fatto che, in alcuni casi, un’azienda o un professionista debba emettere fattura elettronica a privato senza p.IVA.
In questo caso, in fase di compilazione della e-fattura, deve:
• inserire il codice convenzionale: “0000000” (7 zeri) nel campo “Codice Destinatario”
• Lasciare vuoto senza compilazione il campo “Id Fiscale IVA” e specificare solo l’eventuale Codice Fiscale del destinatario
• Lasciare vuoto il campo “PEC Destinatario”.
Inoltre il Provvedimento 89757 del Direttore dell’Agenzia delle entrate ha stabilito che:
• Il Sistema di Interscambio recapita la fattura elettronica al destinatario direttamente nell’area riservata del sito di AdE;
• È obbligatorio consegnare al cliente una copia cartacea o digitale e informarlo che l’originale si trova sul sito dell’Agenzia delle Entrate.
Al Cliente si potrà comunicargli che potrà consultare e scaricare l’originale della fattura elettronica nella sua area riservata del sito internet dell’Agenzia delle Entrate (per gli operatori Iva tale area è quella denominata “Consultazione à Dati rilevanti ai fini IVA” del portale “Fatture e Corrispettivi”).
CSIM supporta ogni operazione di gestione e ricondizionamento a norma di Legge di apparecchiature usate a supporto dei tecnici.
La Redazione
NOTA BENE: GESTIONE SEMPLIFICATA DEI RAEE PER GLI INSTALLATORI
Per gli INSTALLATORI è prevista la possibilità di ritiro e gestione in forma semplificata dei RAEE provenienti dalla loro attività di installazione e assistenza presso i nuclei domestici secondo le modalità valide per istallatori e gestori dei centri di assistenza tecnica che svolgono attività di vendita.
Gli installatori o i centri di assistenza tecnica possono effettuare il servizio di trasporto del RAEE dal domicilio del cliente dimostrandone la provenienza domestica e rispettando gli stessi adempimenti dei distributori, devono cioè:
- Iscriversi all’apposita sezione dell’Albo Nazionale Gestori Ambientali per le attività di raccolta e trasporto dei RAEE domestici;
- Trasportare con mezzi iscritti all’Albo i RAEE, derivanti dalla propria attività di riparazione, presso il centro di raccolta o, in alternativa presso la propria sede, dove vengono eseguite le riparazioni per effettuarne il luogo di raggruppamento prima di trasportarli al centro comunale competente per territorio.
- Non è consentito delegare iltrasporto ad un altro soggetto;
- Compilare uno SCHEDARIO numerato progressivamente, presso il luogo di raggruppamento, dal quale risultino il nominativo e l'indirizzo del consumatore e la tipologia del RAEE. Lo schedario va conservato per tre anni dalla data dell'ultima registrazione (Allegato I al Dm. 65/2010);
- Non è consentito effettuare il raggruppamento dei RAEE in luogo diverso dalla propria sede;
- Accompagnare il trasporto dei RAEE con un DOCUMENTO DI TRASPORTO, numerato, in due esemplari. Il documento di trasporto è compilato, datato e firmato (Allegato II del Dm. 65/2010);
- Attestare con un documento di autocertificazione, al momento della consegna dei RAEE ai centri comunali, la provenienza domestica ;
- La dichiarazione da rendere è diversa in base alla provenienza dei RAEE:
- - DICHIARAZIONE PER IL RITIRO DAL DOMICILIO DEL CLIENTE (Allegato III parte A del D.M. 65/2010)
- -DICHIARAZIONE PER IL RITIRO PRESSO IL PROPRIO ESERCIZIO (Allegato III parte B del D.M. 65/2010);
- Accompagnare il trasporto dei RAEE al Centro Comunale di Raccolta con la copia fotostatica non autenticata di un documento di identità dell’ installatore (art. 4 del D.M. 65/2010)