Sbagliare la valvola di sicurezza: rischi e responsabilità
Un errore sempre "possibile" per incuria e approssimazione che comporta problemi di prestazione e rischi penali
08 aprile 2024
Anche oggi ci è capitato un impianto nel quale la scelta e l'installazione dei dispositivi di sicurezza è stata fatta in modo - diciamo - approssimato.
Si trattava di una centrale con PS 25 bar, a cui era associata, sul ricevitore di liquido una valvola di sicurezza tarata a 28 bar. E non si tratta di un caso isolato.
Capitano anche problemi opposti, ovvero quando la valvola è tarata a pressioni estremamente più alte del valore di una corretta PS...
Quali sono i problemi? Quali sono i rischi?
IMPIANTO CON VALVOLA DI SICUREZZA CON SET > PS
La valvola di sicurezza è un componente destinato a proteggere una sezione dell'impianto frigorifero da escursioni di pressione al di sopra di quella che viene definita la "massima pressione ammissibile", ovvero PS. Al di sopra di tale valore si entra in un regime di aleatorietà, dove la sicurezza residuale dipende dalle tolleranze definite per i materiali, le dimensioni e le condizioni che hanno determinato la scelta della massima pressione di progetto, che comporta il rischio di espllosione.
Come indicammo in un importante Post di qualche tempo fa sulle prove di pressione, la sicurezza dell'impianto è garantita - come da normativa e legislazione vigente - se gli organi di sicurezza (in questo caso la VdS) intervengono prima (-10%) o al pèiù al pari della PS.
Una valvola selezionata come indicato in apertura (con un set a 28 bar e una PS dell'impianto a 25 bar), lascia presumere che vi sia una mancata conformità ai RES (requisiti essenziali di sicurezza) e quindi un evidente stato di pericolosità per la salute pubblica. Questo può comportare una sanzione civile e poenale per il fabbricante, avendo violiato i principi generali e le disposizioni relative all’uso della Marcatura CE – e regole e le condizioni previste dall’articolo 9 del regolamento (UE) n. 305/2011.
Rischia così di essere punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da 4.000 euro a 24.000 euro; il medesimo fatto è punito con l’arresto sino a 6 mesi e con l’ammenda da 10.000 euro a 50.000 euro qualora i prodotti in questione siano destinati a uso strutturale o a uso antincendio.
Tali sanzioni sono dovute in quanto i componenti e gli impianti per la refrigerazione rientrano nella definizione di “prodotti da costruzione” ai sensi del Regolamento (UE) n. 305/2011 su citato.. Questo regolamento stabilisce, infatti, condizioni armonizzate per la commercializzazione di una vasta gamma di prodotti utilizzati nelle costruzioni edilizie, compresi quelli impiegati nei sistemi di riscaldamento, raffreddamento e ventilazione degli edifici. Pertanto, i requisiti di sicurezza e prestazione previsti dal regolamento sono applicabili anche ai componenti e agli impianti utilizzati per la refrigerazione.
IMPIANTO CON VALVOLA DI SICUREZZA CON SET MOLTO MINORE DELLA PS
Stante tali rischi (!), poniamoci il problema opposto:
- quando la valvola viene selezionata con un set di pressione tropo elevato rispetto alle condizioni normali di funzionamento.Stiamo prendendoci le dovute precauzioni?
Anche qui la casistica ci ha offerto degli esempi.
Nel caso di produzioni "standardizzate" di - ad esempio - unità condensanti, che possono utilizzare una molteplicità di refrigeranti, i costruttori offrono Dichiarazioni di Conformità CE che offrono un prodotto con una resistenza alla pressione calcolata per il refrigerante più volatile. Ad esempio, per un prodotto destinato ad essere usato per R404A, R507, R448A, R513A, indicano la massima delle PS possibili in relazione alle condizioni indicate dalla EN 378-2 (ad esempio 55°C):
Refrigerante | Psat (@55°C) [bar] | PS [bar] | Delta PS - Psat |
R404A | 25,7 | 28 | 2,3 |
R50728 | 26,4 | 28 | 1,6 |
R448A | 25 | 28 | 3 |
R513A | 15,5 | 28 | 12,5 |
In questo esempio vediamo che il costruttore si è preso le adeguate precauzioni nella selezione dei componenti selezionando la PS=28bar per tutti i refrigeranti, tranne che per lo R513A, dove il differenziale di rpessione risulta addirittura di 12,5 bar.
Quali sono le conseguenze?
L'unità sarà stata "callibrata" per il suo funzionamento standardizzato (!) con dei pressostati tarati a -10% della PS (valore raccomandato dalle norme), ma, così facendo, ci si ritrova che il dispositivo di protezione di alta pressione interviene - per l'R513A - a ben 25,2 bar, ovvero potenzialmente ad una temperatura ambiente di quasi 77°C (in prossimità di un incendio?!).
Questo significa che la prestazione dell'apparecchiatura, in termini di consumi, va a farsi benedire!
Non solo.
Se la valvola di sicurezza è impostata ad un livello di pressione significativamente più alto della pressione operativa del sistema, potrebbe non rilasciare efficacemente la pressione in eccesso quando necessario.E questo comporta dei problemi di sicurezza:
Le valvole di sicurezza sono progettate per prevenire situazioni di sovrapressione. Se la valvola è impostata su un valore troppo alto, potrebbe non attivarsi tempestivamente in condizioni anomale, rischiando danni all'apparecchiatura o addirittura guasti catastrofici.
Insomma, nè troppo, nè troppo poco: le regole ci sono e comunque, il tecnico, in fase di installazione, deve adoperarsi per controllare la fornitura e, se del caso, cambiare le valvole selezionandone di appropriate (con l'ausilio del professionista) e tarando - con i manoometri - le giuste pressioni di intervenmto dei pressostati.
CSIM supporta i costruttori e gli installatori nella messa a punto delle procedure di scelta degli organi di sicurezza e nella progettazione di sistemi adeguati a rispondere alle RES della PED.
La Redazione