Gli FGAS erano da considerare l'obiettivo primario per la riduzione delle emissioni?
Un percorso lungo e tortuoso per una Legge che aggredisce solo una piccola parte del problema, crea complicazioni, e non genera benefici alla velocità' necessaria
26 novembre 2023
E' vero. Gli FGAS sono pericolosi per l'ambiente perche', presi come tali, contribuiscono alle emissioni equivalenti di CO2 - nei refrigeranti comuni - sino a 4000 volte di piu'.
Ma, se si volesse aggredire realmente il problema, sarebbe stato piu' intelligente partire e dare forte priorita' alla causa principale di "inquinamento" delle macchine frigorifere: i loro consumi.
Le analisi fatta da molti enti, universita' ed associazioni ad ogni livello e per ogni tipo di applicazione (e ne proponiamo una anche noi), e note a tutti (!) mostrano che le emissioni di CO2 indirette - i consumi - costituiscono circa tra il 70 e l'80% del totale, e quelle dirette - le perdite di refrigerante - tra il 20 ed il 30%.
Questo cosa significa? Che se il vero obiettivo fossero state le emissioni climalteranti, per essere efficaci, si sarebbe dovuto aggredire prima e con piu' convinzione il problema dei consumi, che nel nostro caso significa (alcuni esempi non certo esaustivi):
- abbattere il fabbisogno termico (isolamento delle celle, gestione dei carichi, verifica insolazione e posizionamento, etc.)
- combattere le inefficienze energetiche (eliminare gli "spunti" all'avviamento, controllare il rifasamento, verificare i dimensionamenti degli scambiatori, verificare lo scambio termico - manutenzione, eliminare le perdite di refrigerante - ma non per il problema delle emissioni, ma per quello dei consumi!!!, etc.).
Insomma, un momdo di attivita', per i costruttori e per i manutentori, che avrebbe migliorato realmente le macchine e le copetenze.
Invece...
Invece siamo qui a preoccuparci del Regolamento FGAS. Importante, non si sbagli, ma molto meno di qanto sopra.
Ecco l'esempio "della serva".
Una delle migliaia di celle frigorifere
Supponiamo di avere una cella frigorifera con una unita' condensante ed evaporante da 2 kW frigoriferi e 1,3 kW elettrici, con circa 3 kg di R404A, con duty cycle del 50%. Come da esperienza di mercato, la durata di un impianto siffatto e' di circa 15 anni (almeno). Il rabbocco di refrigerante (necessario a meno che le saldature siano state fatte a regola d'arte, perfette, e le vibrazioni ridotte al minimo) potra' costituire alla peggio il 5% della carica totale (il doppio di quanto riportato da VDKF per le analisi poste in essere nel 2018).
Con queste premesse, immaginando che vi sia una manutenzione ottimale e che la resa dell'impianto non cambi nel tempo (si tratta di una condizione migliorativa rispetto ai consumi!), si avra':
- emissioni indirette (consumi), circa 35 tonnCO2eq
- emissioni dirette (perdite di refrigerante), circa 5,9 tonnCO2eq
Un totale di emissioni (TEWI) pari a 40,9 tonnCO2eq. Le emissioni dirette ("gestite" dal regolamento FGAS) rappresentano il 17% circa del totale.
Decidiamo di voler seguire i precetti della "sostenibilita'" (non quelli della riduzione delle emissioni di parti specifiche), ed aggrediamo le emissioni.
Interveniamo sull'impianto, e facciamolo in due modi, collaborando con l'operatore e intervenendo sull'impianto, si' da intercettare le due problematiche, e vediamone gli effetti.
Emissioni indirette, i consumi,
Supponiamo di migliorare la gestione del carico della cella, riducendo il numero di aperture giornaliere della porta (l'abbattimento dell'aria umida costituisce il 30% dei consumi delle celle), e di caricarla con merce con un delta T (rispetto alla temperatura di conservazione) di soli (!) 2 gradi. Introduciamo poi, per ridurre i consumi, un inverter, per eliminare i picchi di assorbimento e ridurre il consumo della macchina. Il calcolo preciso ci porterebbe troppo lontano, ma possiamo ragionevolmente pensare che i miglioramenti operativi e meccanici possano portare un beneficio sino al 30% e piu'.
Questo determina una riduzione delle emissioni indirette sui 15 anni sino a 24,5 tonnCO2eq, ovvero abbiamo ridotto le emissioni di 10,5 tonnCO2eq, il 25% del totale.
Emissioni dirette, le perdite.
Per ridurre l'impatto delle emissioni dirette, immaginiamo di fare un impianto con un refrigerante a basso GWP come il R448A. Passiamo da un GWP di 3922 ad un GWP di 1387.
In termini di contributo alle emissioni, le riduciamo (con lo stesso manutentore, ovvero le stesse perdite) a 2,1 tonnCO2eq, ovvero una riduzione di 3,8 tonnCO2eq. Una riduzione notevole, in percentuale, ma piccola in termini assoluti.
Immaginando di poter fare l'impianto con un gas a GWP molto basso pari a 145 (tutto da verificare...), la riduzione sarebbe di 5,6 tonnCO2eq, la meta' degli interventi di efficienza energetica.
Lo stock di emissioni abbattutto con l'efficienza
Solo per ribadire il ragionamento, con uno stock di 40,9 tonnCO2eq, anche azzerando le perdite, il minimo di emissioni raggiungibili eliminando gli HFC sarebbe di 5,9 tonnCO2eq, ovvero il 17% di cui sopra.
Con interventi di efficienza energetica, e senza cambiare refrigerante, si puo' tranquillamente ridurre le emissioni titali di 10,5 tonnCO2eq, il 25%, avremmo cioe' fatto smettere di fumare circa due persone (1).
Si pongono poi i problemi di efficienza delle macchine con i nuovi refrigeranti, e la loro fattibilita' (costo) per le complicazioni che questi aggiungono, tra cui, le piu' importanti, sono l'infiammabilita' e il glide. E non dimentichiamo che le perdite - anche con refrigeranti altri - rimarranno le stesse, o, al piu', poranno aumentare...
Stante che riteniamo giusto immaginare di agire su ogni fronte possibile, ma ragionando per priorita' (visto che gli obiettivi di Parigi - contenere l'aumento della temperatura media entro gli 1,5 gradi centigradi 0 sono ormai fuori portata), sembra che qualcuno abbia lavorato non per l'ambiente, ma contro qualcun altro.
Si dovrebbe mettere ogni risorsa possibile sul miglioramento dell'efficienza, che porterebbe una notevole e massiva riduzione delle emissioni, invece che sugli HFC, il cui contributo in Europa e' di meno del 2% delle emissioni complessive.
La Redazione
P.S. Note e riferimenti:
(1) Abbiamo deciso di cambiare il paradigma per la misura dell'inquinamento equivalente che abbatteremmo con le pplicazioni frigorifere, e parlare, invece di auto in meno, di fumatori in meno. Fumare una sola sigaretta emette 14 grammi di CO2 equivalente (misura che esprime l’impatto sul riscaldamento globale). Nell’arco di una vita intera, un fumatore che fuma 1 pacchetto di sigarette al giorno per 50 anni contribuisce ad emettere in atmosfera 5.1 tonnellate di CO2 equivalente. Questa sara' il nostro riferimento: contare il numero di fumatori che potremmo far smettere di fumare!
https://www.iconaclima.it/inquinamento/giornata-mondiale-senza-tabacco-emissioni-qualita-aria/#:~:text=Fumare%20una%20sola%20sigaretta%20emette,5.1%20tonnellate%20di%20CO2%20equivalente.