Agli split si applica la PED?
Una diffusa controversia che non ha ragion d'essere: sopra gli 0,5 bar si e' sempre sotto PED
03 luglio 2023
Prima di preoccuparsi se si possiede o meno una certificazione FGas, un installatore dovrebbe preoccuparsi di rilasciare al cliente la certificazione CE dell'insieme che ha installato, ovvero verificare la sicurezza dell'impianto.
Sembra banale, ma non lo e'. Le esplosioni di apparecchiature domestiche sono oggi (forse piu' di ieri) un monito per far si' che la preoccupazione sia maggiormente rivolta alla sicurezza che non all'ambiente. Come sempre.
Nella scala delle priorita' delle attenzioni (!) da rivolgere all'impianto del nostro Cliente, a tutela del Cliente stesso, al primo posto viene la sicurezza, poi la tutela dell'ambiente e infine le prestazioni.
La nostra apparecchiatura o insieme per prima cosa non deve fare male agli utenti e ai manutentori, poi deve preservare l'ambiente e - solo alla fine, se questo e' rispettato - rispondere alle specifiche di prestazione che sono richieste.
Per la sicurezza, come sempre, il nostro riferimento (che discende dalle direttive comunitarie) fa riferimento al Testo Unico sulla Sicurezza, che impone di immettere sul mercato apparecchiature e insiemi marcati CE, che, cioe' partono dal presupposto che rispettino la conformita' con i Requisiti Essenziali di Sicurezza richiesti dalle normative. La presunzione di conformita' permette il rilascio della Dichiarazione di Conformita' CE, che, per le nostre apparecchiaure e insiemi (che operano con pressioni sempre superiori a 0,5 bar) fanno il paio con le verifiche di sicurezza di cui alla Direttiva PED (Dir. 2014/68/UE). Solo se queste sono rispettate - con una valutazione di sicurezza adeguata al tipo di apparecchiature/insieme e refrigerante - si potra' marcare CE la costruzione dell'impianto.
La Dichiarazione di Conformita' CE PED, derivanteda una direttiva europea e da un Decreto Legislativo, e' decisamente piu' importante del classico DiCo di cui al DM 37/2008, un regolamento ministeriale che ha semplicemente inteso dare un po' di ordine ad un settore (quello impiantistico) spesso in preda all'approssimazione.
La sicurezza di un impianto la si verifica, ai sensi del D.Lgs 81/08 s.m.i., solo rispondendo alla verifica dei RES, requisiti di sicurezza, per il rischio piu' significativo per l'apparecchiatura/insieme di cui ci occupiamo.
Per uno split mono, normalmente, il rischio PED e' sempre al massimo di categoria I, e, seguendo le istruzioni del fonitore del sistema moto condensante evaporante (costruito e marcato CE seguendo la normativa di riferimento EN 60335-2-40), non e' necessario fare altro se non installare il tutto secondo la "regola dell'arte", ovvero la EN 378 parte 4 e rilasciare un DiCo DM 37/08.
Se si tratta di un Dual split o piu' o di un VRF, si parte molto spesso da un rischio di Categoria II, che richiede la certificazione aziendale e una attenta valutazione della eventuale necessita' di installazione delle valvole di sicurezza a protezione della "liquida" o, sulla base della della valutazione dei rischi, di altra protezione. Notiamo con disappunto che solo pochissimi costruttori di "semi macchine" (cioe' apparecchiature incapaci di funzionare in autonomia senza una connessione con un sistema di tubazioni, ovvero tutti gli split, ulti split e VRF) danno questo tipo di indicazioni.
Solo dopo queste verifiche di sicurezza cominceremo ad occuparci di ambiente, ovvero della verifica della rispondenza alle prescrizioni di cui al Reg. 517/2014 FGas, che prevede che gli impianti siano costruiiti e manutenuti da imprese certificate e che si avvalgono di personale certificato. A questo fara' poi seguito i doveri di cui al DPR 146/2018 (tra cui le comuincazioni degli interventi al Registro, ovvero la BancDati Fgas) la supervisione dell'impianto ed il contenimento delle perdite. Non ci dilunghiamo in questo post sul tema, gia' ampiamente trattato altrove nel Blog.
Le prestazioni?
Bene. Se l'apparecchiatura e' sicura e non danneggia l'ambiente, dovremo verificare che risponda alle richieste del capitolato in tema di prestazioni.
A norma di Legge, quindi, ricordiamo che, in questa fase, gli impianti di climatizzazione (pompe di calore) devono rispondere alle verifiche di cui al DPR 74/2013, declinate a livello regionale con i catasti energetici. E le apparecchiature devono essere conformi alle direttive sulla Eco Design e Etichettatura energetica.
Quale doumentazione occorre produrre per una installazione a regola d'arte (dallo split in su)?
1) Dichiarazione di conformita' CE PED (con relativo fascicolo tecnico), che verra' raccolta nella DiCo DM 37/08, con tutte le valutazioni del caso, tra cui il Risk Assessment per il tipo di refrigerante utilizzato;
2) Comunicazione dell'intervento di Installazione alla Banca Dati FGas da parte di Impresa certificata;
3) Accatastamento eneregetico DPR 74/2013.
Abbiamo in altri post ricordato il contenuto del fascicolo tecnico e delle attivita' e regole per la corretta installazione e per il commissioning ed il collaudo.
Per ogni informazione su tutte le attivita', per assistenza legale in caso di problemi e per la redazione delle procedure a norma di Legge e secondo la Regola dell'Arte, CSIM e' a disposizione con attivita' di consulenza, formazione e supporto.
La Redazione