ISPRA: "La banca Dati? Uno strumento che non riusciamo ad utilizzare!"
Non e' ancora utile per la scienza, ma ha dato ordine al sistema. Le possibili sanzioni come deterrente "positivo"...
20 maggio 2023
Durante i numerosi incontri di formazione ed aggiornamento che abbiamo tenuto in questi anni, ci siamo spesso confrontati sull'utilita' della Banca Dati e sul valore della stessa ai fini ambientali e della "tutela della professione".
Come noto, infatti, solo le imprese certificate possono comunicare gli Interventi indicati dall'art. 16 del DPR 146/18 (installazione, manutenzione, riparazione, controllo delle perdite e smantellamento), ma - al netto della conoscenza del Regolamento 517/2014 (che definisce cosa deve intendersi per gli interventi anzidetti) - si sa che molte attivita' sfuggono al censimento, e quindi il dato e' falsato in partenza.
Ma... C'e' un ma.
Anche gli organi deputati al controllo hanno piu' volte manifestato insofferenza rispetto ad uno strumento sviluppato in autonomia dalle Camere di Commercio senza prebdere in seria considerazione tutti gli stakeholder ovvero tutti i loro suggerimenti.
Tra questi, uno dei piu' importanti e' ISPRA, l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, organo scientifico del Ministero dell'ambiente, deputato dal Decreto a studiare i dati raccolti per tramite della Banca Dati per comunicarli agli enti sovraordinati come lo UNFCCC, gli uffici della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici.
"Il consumo degli HFC e' un valore critico. Alla base di ogni attivita' ci devono essere i dati sui consumi". I valori che dovrebbero fornire un riferimento sono stipati nella Banca Dati, che pero', a detta degli esperti di ISPRA "e' uno strumento nuovo (2019, ndr) che pero' al momento non riusciamo ancora ad utilizzare. Speriamo nel futuro di riuscire a sovrapporre i numeri alle nostre stime e strumenti e poterlo utilizzare".
Perche' non sono utilizzabili da ISPRA i dati della Banca Dati FGAS?
Semplicemente perche', come noto ai softwaristi, si ha a che fare con una situazione SISO, ovvero Shit In Shit Out: se il caricamento dei dati di ingresso non e' coerente, cio' che ottieni in uscita e' un dato inutile (siamo stati molto eleganti!).
Partiamo dalle valutazioni scientifiche.
ISPRA, non potendo ottenere dalla Banca Dati dati corenti per applicazione, ad esempio per il consumo di refrigerante nella refrigerazione commerciale (cosa che avrebbe voluto ma per la quale il Ministero non li consulto' a suo tempo per la definizione dell'incarico alle Camere di Commercio per lo sviluppo della Banca Dati), si e' basata su valutazioni autonome, e sulle indicazioni di alcuni interlocutori qualificati.
Insomma, il risultato, come manifestato anche pubblicamente durante un evento di EPEE a Roma lo scorso 30 novembre 2022, e' una differenza sostanziale tra le rilevazioni, dove a fronte della vendita totale di 1,2 milioni di tonnCO2eq di HFC, il consumo sarebbe stato di 27,8 milioni di tonnCO2eq!. da dove sono arrivate le 26,6 milioni di tonnCO2eq di refrigerante aggiunto nelle apparecchiature inserite in Banca Dati? E qui si possono azzardare ipotesi tra le piu' strane piu' o meno note come importazione illegale, recupero e riciclo illegale, cominicazione errata degli interventi.
Per quest'utlimo punto, gli errori nella fase di comunicazione che abbiamo anche rilevato direttamente, si annoverano, ad esempio: comunicazione come refrigerante aggiunto del refrigerante presente nell'apparecchiatura in fase di installazione (duplicando dunque la quantita'), il refrigerante recuperato temporaneamente per una riparazione e poi "aggiunto" all'apparecchiatura, refrigerante aggiunto ma ottenuto illegalmente da apparecchiature destinate allo smaltimento, etc.
Sulle importazioni illegali si esprimono i sequestri delle autorita' alle dogane e non solo (ecco una delle ultime: LINK).
Ed ancora.
Secondo ISPRA, nel solo 2020, si sarebbero avute emissioni totali per 15,9 milioni di tonnCO2eq, quando il consumo, nella sola refrigerazione commerciale, una delle piu' pestifere ma comunque una parte del 50% delle emissioni di HFC complessive per la refrigerazione, sarebbe stato di sole 3000 tonnCO2eq...
Quindi, dal punto di vista ambientale, lo strumento Banca Dati deve ancora essere totalmente "rifasato", e questo rifasamento deve passare da una omogeneizzazione delle modalita' di comunicazione degli interventi.
CSIM fara' una proposta in merito per cercare di colmare il divario.
Vi e' poi il tema della "tutela della professione" di cui abbiamo accennato all'inizio.
E' certo che il Certificato FGas, di fatto una abilitazione alla manipolazione dei refrigeranti fluorurati, non certo una "patente da frigorista", ha comunque fatto emergere ed in qualche modo riconoscere una professione. Certo e' che se la professione la riconduciamo solo a questo, sarebbe ben poca cosa... Ricordiamo infatti che un frigorista fatto e finito dovrebbe intendersi di termodinamica, meccanica, elettrotecnica, una spolverata di elettronica e fluidodinamica, per non dimenticare tutto lo zainetto di conoscenze legate alle complicazioni della gestione ambientale e dell'efficienza energetica!!!
Insomma, chiari e scuri per la Banca Dati, uno strumento potente che richiede certamente un momento di revisione.
Come si legge dalla bozza del nuovo regolamento FGas in itinere, la cosiddetta "responsabilita' estesa del produttore" (ovvero il fatto che chi immette sul mercato apparecchiature o impianti contenenti fluorurati ne sara' responsabile sino al fine vita) portera' certamente elementi di riflessione.
CSIM offre uno specifico corso di formazione on-line su "I SEGRETI DELLA BANCA DATI", per tutti coloro i quali intendono comprendere a fondo come comunicare correttamente gli interventi, evitando saznioni e istruendo i Clienti (gli OPeratori) ad un giusto utilizzo della Banca Dati per soddisfare i loro obblighi. LINK per informazioni e iscrizioni.
La Redazione