Parolacce per gli infiammabili: LFL, RCL, QLMV e QLAV
La grammatica degli infiammabili deve prendere il posto di quella FGAS
28 ottobre 2021
Nella definizione delle apparecchiature/impianti del futuro e relative appllicazioni, dovranno trovare posto, sempre più spesso, oltre alle competenze legate all'Analisi del Rischio, anche quelle sulle proprietà dei refrigeranti e del calcolo/valutazione della quantità utilizzabile.
Occorre intanto considerare che ogni attività deve trovare il conforto primo (ma non unico) nella norma tecnica, e, sino a che le quantità previste non cambiano, la EN 60335-2-89, vale solo fino ai 150gr di infiammabile. In tutti gli altri casi si deve fare riferimento alla EN 378.
L'applicazione dovrà essere valutata in base alla carica di refrigerante, alla localizzazione dei componenti dell'impianto frigorifero e alla tipologia di "occupazione" degli ambienti che lo contengono. Ma, ricordiamolo, l'analisi del rischio avrebbe già dovuto esser sviluppata per qualunque refrigerante, infiammabile o meno!
Scegliendo il refrigerante corretto (!), la localizzazione dell'apparecchiatura come indicato dalla EN 378, la probabilità di formare un'atmosfera infiammabile può essere eliminata, facendo si che l'analisi sia estremamente rapida e relativamente semplice. E' bene ricordare che la principale raccomandazione deve riguardare la necessità di evitare la stagnazione del refrigerante, per non creare la contemporanea presenza di una atmosfera esplosiva la dove possono essere presenti cause di innesco.
Si diceva della scelta del refrigerante corretto.... Alcuni dei refrigeranti di interesse per la transizione ecologica dettata dall'FGAS sono i cosiddetti HFO, che non sono presenti nella versione della EN 378-1:2016, ma occorre far riferimento all'aggiornamento almeno EN 378-1:2016 prA1 2019, in attesa della revisione in corso della EN 378 che porterà alla EN 378-5, specificamente progettata per tale scopo. Li vi si trovano refrigeranti quali lo R-1234yf, R-1234ze o anche R455A e R454A, dove mostrano i valori, fondamentali per i calcoli relativi alla carica massima, di PL Practical Limit, ATL/ODL (acute toxicity exposure limit/oxygen deprivation limit), LFL (lower flammability limit).
Le quantità che si possono utilizzare, rimanendo nel perimetro della "regola dell'arte" (al netto di qualsiasi devizaione che deve essere supportata da adeguate progettazioni di sicurezza da confermare da parte degli enti), sono specificate nella EN 378-1 che permette di superare il valore limite di cui ai calcoli da effettuare secondo gli allegati con l'adozione di alcune "strategie" che portano, ad esempio, all'adozione di una ventilazione minima (QLMV) o addizionale (QLAV)
Si può arrivare, in espansione diretta, sino ad 84kg di R455A senza alcun problema di verifiche aggiuntive di sicurezza al di la della dovuta Analisi dei rischi secondo la EN 378 per i refrigeranti, ovvero superare tale limite (fino al livello consentito dal limite pratico di conseguenze acute per la salute) sulla base di una approfondita analisi dei rischi su tutto il manufatto che conterrà l'impianto e relative mitigazioni.
Ricordaimo sempre che la sala macchine deve rispettare i dettami della EN 378 parte 3, da verificare con le norme ATEX e con la normativa IEC per gli impianti elettrici.
Inoltre, siccome il "fabbricante" dei sistemi di interconnessione (piping) è l'installatore, occorre sempre verificare la PED conformemente alla classificazione del resto dell'impianto. La EN 378-2 è armonizzata PED, quindi è una buona guida per questo. Sta di fatto che sino a diametri DN 25 non vi sono richieste altre se non la buona pratica (come per gli A1), ma, da DN 32 in avanti si ricade nelle valutazioni da effettuare con Moduli PED A o maggiori (A2, D1 o E1). Solo nel caso del Modulo A il tecnico potrà procedere in autonomia, mentre per i Moduli più "alti" occorre l'ente notificato.
Una notevole eccezione a quanto sopra è lo R-1234ze, che appartenendo al Gruppo 2 PED resta sempre nella zona di completa autonomia per l'installatore!
Il Centro Servizi è in grado di supportare le aziende installatrici per le Analisi del Rischio secondo le norme vigenti e gli acquirenti degli impianti per eventuali valutazioni addizionali sul fronte dell'antincendio.
La Redazione