REFRIGERA 2021: TANTO NATURALE MA FUTURO INCERTO
In alcuni settori le scelte per il refrigerante sembrano fatte. Per molti altri si resta nell'incertezza
10 novembre 2021
CSIM ha partecipato alla fiera REFRIGERA 2021, un evento fortemente voluto e realizzato dal nostro Direttore, il quale, nel 2017, in collaborazione con A151, si è adoperato per elaborarne il format e i contenuti.
In questa edizione, con l'occhio dell'operatore espositore e partecipante del mercato, abbiamo osservato con attenzione le proposte tecnologiche e le soluzioni per quello che potrebbe essere il futuro prossimo della refrigerazione.
In prima battuta i refrigeranti, che guidano le scelte tecnologiche ed impiantistiche a valle.
I costruttori di componenti ed apparecchiature più importanti sono prevalentemente orientati ai fluidi naturali, in particolare la CO2 (R744), che, ruffianamente, con il suo appeal da GWP neutro (pari ad uno), sembra risolvere alla base il problema dell'utilizzo di risorse a basso impatto. Sebbene si annuncino orizzonti sempre più espansivi, con "equatore" di fruibilità sempre più a sud (Epta ha annunciato il suo nuovo ETE, evoluzione dello FTE, che permetterebbe installazioni africane!) resta il dubbio se un tale impiaanto gestito ordinariamente realizzi davvero quello che sarebbe necessario ottenere: un TEWI (Total Equivalent Warming Impact, cioè le emissioni totali nel corso dell'intera vita dell'impianto) molto basso e un TCO (Total Cost of Ownership) altrettanto interessante, capace di aggredire quello degli impianti "tradizionali". Interessante la proposta del pacco bombole CO2 di Air Liquide, per la gestione di grandi cariche al sicuro dai rischi di sovrapressione e meccanici.
Restano, però, su questo fronte, i dubbi di una base installatori e manutentori ancora poco capace di gestire con perizia questo tipo di installazioni.
Proprio con questi dubbi dibatte il resto del mercato, diverso da quello della refrigerazione commerciale, che tipicamente si rivolge a costruttori che sembrano aver definitivamente orientato i clienti.
La refrigerazione professionale in genere ed industriale (oltre che per quella commerciale con potenze <40kW), invece, al di fuori - fortunatamente, per certi aspetti - dal perimetro dell'obbligo della riduzione del GWP al di sotto del 150 al 1 gennaio 2022, ma con la possibilità di discutere con i clienti con soluzioni tra le più varie, avendo a disposizione il panorama dei refrigeranti che si "accontentano" del GWP<2500, guarda a soluzioni che spaziano tra l'HFC (R448A, R449A, R134A, tra gli altri), HFO (R1234ze, R454A/B/C, R455A) e "naturali", come propano R290 o ammoniaca R717. Le proposte sono arrivate da tutto il mercato dei distributori, presenti quasi al completo (Nippon Gases, General Gas, Tazzetti, Progetto Freddo, Refrigerant e, in visita, Tergas).
La "fortuna" a cui accennavamo, si riferisce, infatti, ad una platea di frigoristi che, dovendo offrire soluzioni a costi che non possono sempre esplodere del 70% e più per soluzioni a CO2 e dovendo garantire in autonomia il buon funzionamento dell'apparecchiatura senza doversi inevitabilmente rivolgere ai costruttori, preferiscono utilizzare soluzioni alla portata di tutti - dal punto di vista dell'operatività, al netto delle precauzioni e delle attrezzature - ma sicuramente più complesse dal punto di vista normativo e burocratico, che fanno riferimento, ad esempio, agli A2L di cui sopra.
Per chi si avventura nel mondo degli infiammabili, oggi, lo scoglio sembra essere la realizzazione di impianti in espansione diretta, che, per evitare ogni tipo di problema, si preferirebbe adottare nell'alveo della norma tecnica, la EN 378, che però ne limita la portata. Andare oltre la carica consentita dalla norma ci porterebbe nel mondo della valutazione dei rischi nell'ambito dell'antincendio, questioni, però, che vanno aggredite con il principale contributo dell'interessato: il Cliente.
In seconda battuta la grande questione, qui più sfumata rispetto ad Host, delle proposte per il perseguimento delle detrazioni possibili nell'ambito di Transizione 4.0 (ex Industria 4.0). Un mondo, di nuovo, di possibilità offerte al Cliente finale ma che passa attraverso proposte che partono dagli impianti "predisposti".
I produttori di elettronica come Eliwell, Danfoss, Pego e altri, hanno proposto soluzioni ad alto tasso di integrazione, poi raccolte anche da costruttori di sistemi come Frigoveneta o Epta stessa, od anche Bitzer con il suo IoT, che propongono parti di soluzione al problema della autocertificazione o con certificazione di parte terza da parte del Cliente per il soddisfacimento dei 5+2 requisiti necessari per attingere alle opportunità fiscali.
In questo ambito la presentazione di una soluzione IIOT, lo Industrial Internet Of Things, da parte di una start up legata a WhiteAm non è passata inosservata. Un prodotto open source basato sulla piattaforma operativa Linux (quello alla base delle soluzioni per la telefonia cellulare, ndr) che promette di far fare alla refrigerazione l'atteso salto tecnologico per l'allineamento al digitale "cluod ready".
In chiusura, alcune chicche che abbiamo colto lungo i corridoi dell'esposizione.
In un settore che molti ci hanno ricordato essere "molto conservatore", grazie all'intervento del direttore della fiera Davide Lenarduzzi e di Novafrigor, siamo riusciti a trovare la proposta di uno "stampatore 3D", che, operativamente e nel volgere di poche ore, realizzava pezzi meccanici in plastica (ma si possono usare ogni genere di materiali) utili per colmare i vuoti spesso alaciati dai costruttori con parti di ricambio non più disponibili. Scansione 3D, elaborazione CAD e stampa con il materiale desiderato... et voilà: il ricambio intrvabile è servito!
La proposta di un camioncino refrigerato a CO2 da parte di SIAD faceva bella presenza in prossimità delle porte, a dire "anche noi siamo pronti per i naturali".
Le innovazioni in corrente continua dello stand di Innovative Automation hanno animato il parterre: soluzioni "all in one" e customizzazioni estreme. Questo il menu di un'azienda sempre più vicina a CSIM.
Segnaliamo poi, con grande piacere, il rinnovato interesse - a causa della sempre maggiore sicurezza da dimostrare coi nuovi refrigeranti - per i controlli non distruttivi, di cui sono maestri gli amici di SEMCO, che, con CSIM, propongono tutte le soluzioni consulenziali e certificative nell'ambito PED, la norma d'elezione per il settore. Provenendo da un settore estremamente sfidante come l'Oil & Gas, sono spesso visti come marziani nella refrigerazione, dove il fai-da-te ha sinora prevalso.
Punta di orgoglio l'aver avuto ospiti nel nostro stand due importanti enti di certificazione come TUV e ICIM, che hanno illustrato molte novità e avanzamenti nelle certificazioni, tra cui il rinnovo F-Gas a a partire dal 2022, Industria 4.0, la certificazione del Riciclo deglil FGAS,
La Redazione